Un po’ di storia delle nostre tradizioni, tratta sempre da quella immensa fonte che è’ l’Archivio di Stato di Venezia ai Frari.
I Bastioneri facevano parte della corporazione degli osti, ossia di coloro che si occupavano del commercio del vino a Venezia e gestivano i “Bastioni”, ossia taverne di basso rango, dove, insieme anche ai “Magazeni”e ai “Samarcheti”, le classi popolari della città, potevano consumare il vino prodotto dalle viti degli orti della laguna e della terraferma e dove inoltre si concedevano anche piccoli prestiti su pegno.
Uno dei bacari più amati da veneziani e turisti e noti ancora oggi si chiama proprio “Osteria Bancogiro”, ancora oggi, dietro Rialto.
I Bastioneri crearono un consorzio che non ottenne mai la qualifica di Scuola, al quale erano iscritti solo per il periodo in cui gestivano l'attività.
Un'altra tipologia di locali erano le Malvasie dove veniva invece venduto il vino proveniente dall'area levantina, un vino dorato e dolce ad elevato grado alcolico, divenuto fenomeno di moda e destinato alle classi più abbienti.
Ma oltre a commercializzare il vino per un consumo locale, Venezia divenne un grande centro di esportazione del vino, soprattutto quello di origine mediterranea, verso l'Europa, dove a partire dal trecento l'avvenuto cambiamento climatico ed il conseguente irrigidirsi delle temperature aveva impedito la coltivazione delle viti.
Lo Stato veneziano ebbe la capacità di trasformare il vino in un bene elitario, in una consuetudine in voga tra la borghesia e la nobiltà europea e l'alto clero, applicando dazi elevati e assegnando per la prima volta ai vini il nome del luogo di provenienza valorizzandone così l'origine, che veniva caricata di suggestioni esotiche.
La vendita del vino era soggetta a monopolio da parte del Governo che attraverso i "Giustizieri" lo acquistava dopo averne valutato la qualità e lo rivendeva agli osti ad un prezzo superiore trattenendo per sé la differenza.
Il vino veniva raccolto e depositato per lo più a Rialto lungo la riva detta del "dal vin".
Il commercio del vino era soggetto al pagamento dei dazi sia di importazione sia di esportazione che sulla vendita al minuto, che venivano riscossi dagli Ufficiali al dazio del vin e dal 1433 dai Governatori delle entrate.
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