Anche io ho un ricordo speciale legato ad Alain Delon: quando ero una ragazzina copersi una rivista che negli anni ‘80 era di gran moda tra le adolescenti perché all’interno conteneva un poster di Antony Delon il figlio maggiore di Alain Delon. Mio padre mi fece una scenata perché riteneva inadatto che una “brava ragazza” pensasse di potere guardare un uomo nudo. In verità ricordo benissimo che era solo a torace nudo. Ma tant’è….
Per questo sono ancora più legata al ricordo di Alain Delon, icona del cinema francese e italiano, e nell’estate della sua dipartita non si può non riguardare “La Piscine” del 1969.
Alain Delon, regala un'interpretazione magnetica nel film *La Piscine* di Deray. Una delle scene più memorabili è quella in cui, durante una festa in Costa Azzurra, Jean-Paul, (Alain Delon) viene incaricato di aprire una bottiglia di rosé. In quel gesto semplice ma carico di tensione, si concentra tutta l'ambiguità e il fascino di un uomo diviso tra passione e gelosia, mentre intorno a lui si sviluppa un dramma sottile e intricato.
L'eleganza di Delon e la regia di Jacques Deray trasformano quel momento non solo in un simbolo della decadenza e del desiderio che pervade l'intero film, ma per chi ama il vino come noi, ma trasformano il vino rose’ l’icona del vino dell’estate mediterranea, del sole, della bellezza, della perfezione di un vino ghiacciato nella bottiglia trasparente al pool party a cui ognuno di noi avrebbe voluto partecipare con cotanta bellezza umana (Alain Delon, Romy Schneider, Jane Birkin) a parte il povero Herry che fa una brutta fine in piscina.
Lo spoilero ma avevate 55 anni per vederlo.
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